POLLINE
Il polline è costituito da una moltitudine di granuli microscopici contenuti nei sacchi pollinici delle antere dei fiori e ha l’aspetto di una polvere colorata a seconda del fiore. I granuli sono le cellule riproduttrici maschili della pianta, che vengono facilmente trasportati dal vento e riescono a raggiungere gli organi femminili dei fiori (pistilli). L’altro mezzo di impollinazione, e cioè di dispersione del polline e fecondazione dei fiori, è dato dalle api e da altri insetti pronubi. In cambio del nettare che le attira verso i fiori, le api trasportano il polline di pianta in pianta. E il polline è oggetto di interesse alimentare indispensabile da parte delle api. Se il nettare viene utilizzato come alimento energetico (nettare-miele-zuccheri-energia) il polline è la sostanza proteica utilizzata dalle api che permette la riproduzione e la crescita all’interno dell’alveare.
Il metodo con cui le api operaie raccolgono il polline è laborioso: prima di uscire per bottinare, le api riempiono l´esofago di nettare prelevato nell’alveare. Giunte sul fiore, raccolgono il polline con le loro zampette. Tramite la peluria che le ricopre e a spazzole di peli rigidi, recuperano la polvere di polline riducendola in palline che poi trasportano nelle "cestelle del polline", costituite da lunghe setole arcuate situate nelle zampe posteriori. Per assicurare l’aderenza e la compattezza delle palline, utilizzano il nettare che avevano prelevato all’uscita. I fermenti presenti nel nettare provocano un´inseminazione nelle pallottoline. Arrivate nell'alveare, trasferito ad altre api e messo nelle cellette, a questo punto deve essere conservato, riocrdando che abbiamo un alimento più ricco in proteine della stessa carne e del pesce e che proprio per questa sua ricchezza è molto delicato, gli stessi microrganismi di cui è ricco potrebbero danneggiarlo. Le api allora allevano dei fermenti lattici e alcuni lieviti nel nettare immagazzinato vicino alla covata. Questo procedimento microbico, costituito da 5-8 fermenti e da 3 lieviti, ha il compito di impedire qualunque putrefazione batterica del polline. Il polline così elaborato (fermentato in modo controllato) dalle api e immagazzinato nei favi prende il nome di pane d’api.
Il polline che raccogliamo è composto in prevalenza da castagno, con presenze di rovo, tiglio, e tarassaco.